Morti sul lavoro, Panfili (Feneal Uil): “Premiare chi mette al centro la sicurezza e non il profitto”

Le considerazioni del segretario generale Feneal dopo un anno terribile sul fronte degli incidenti

PERUGIA – “Imparare dai Paesi nei quali si verificano meno incidenti sul lavoro e premiare chi mette al centro la sicurezza e non il profitto”. Così in una nota il segretario generale della Feneal Uil, Alessio Panfili.  

“Il 2023 – dice Panfili – sarà ricordato come l’anno dei femminicidi ma c’è un’altra piaga che affligge il nostro Paese: le morti bianche. Nell’anno che si è appena concluso ci sono stati quasi 1.500 morti sul lavoro, 1.485 per essere precisi, uno in più rispetto al 2022.  Stiamo parlando di quasi 30 vittime a settimana, poco meno di 4 al giorno di media, una strage silenziosa dovuta spesso alla forte carenza di controlli, ai subappalti e ai processi produttivi che hanno il profitto come unico parametro e la fatalità non c’entra. La nostra Umbria paga un dazio pesantissimo 27 morti, che rapportato alla popolazione lavorativa rappresenta un data altissimo. Il problema non è certo solo italiano, ma in Europa siamo tra quelli che fanno peggio, la media comunitaria di decessi in incidenti è di 1,77 per ogni centomila lavoratori, mentre noi siamo a 2,25”.

“Detta in questo modo – continua Panfili – sono solo numeri, percentuali, statistiche, poi ci sta la parte silenziosa delle famiglie delle vittime, fatta di dolore, burocrazia, il fardello della sostenibilità economica familiare. La soluzione non è certo cosa semplice, ne siamo coscienti, la struttura normativa e penale sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, per i problemi sopra esposti è di buon livello ma necessità di un applicazione capillare, in quanto la media di morti bianche non accenna a diminuire. Crediamo che vadano valutate e prese in considerazione, norme, esperienze, protocolli virtuosi di paesi che pur avendo una popolazione lavorativa maggiore di quella Italiana, hanno incidenti mortali inferiori (Germania), le forze messe in campo per i controlli devono essere aumentate in maniera esponenziale, visto anche la mole senza precedenti di risorse economiche messe in campo con il PNRR. Vanno valorizzate e privilegiate le aziende che mettono in primo piano la sicurezza rispetto al profitto, chi sa coscientemente che non ha fatto il necessario per garantire l’incolumità e consapevolmente mette in pericolo la vita di un lavoratore, va perseguito penalmente alla stregua di un omicidio”.

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